Parco Nazionale del Pollino
Il Parco Nazionale del Pollino si estende su 192.565,00 ettari di terreno ed è posto a cavallo tra due regioni, la Basilicata, detta anche Lucania, e la Calabria. Inoltre spazia dal mar Tirreno allo Jonio, da Cozzo del Pellegrino a Serra Dolcedorme, dai Piani di Campolongo, di Novacco, e di Lanzo, ai Piani del Pollino, dai fiumi Argentino e Abatemarco, alle gole del Lao e del Raganello, ai torrenti Peschiera e Frido. L’intera zona del Pollino è formata dai Massicci del Pollino e dell’Orsomarso. La catena montuosa che fa parte dell’Appennino meridionale a confine con la Basilicata e la Calabria vanta le vette più alte del Sud Italia le quali rimangono innevate per un lungo periodo che inizia a partire dal mese di novembre e finisce nel mese di maggio con lo sciogliersi della prima neve. L’altezza delle sue vette arriva a quota 2.200 mt slm. L’area naturale che gode di un ampio prestigio è composta di rocce dolomitiche, di bastioni calcarei, di pareti di faglia di origine architettonica, di dirupi, di gole molto profonde, di grotte carsiche, di timpe di origine vulcanica, di inghiottitoi, di pianori, di prati, di pascoli posti ad alta quota, di accumuli morenici, di circhi glaciali e di massi erratici.
Le vette più alte
Le vette più alte del Parco sono: il Serra Dolcedorme, (2267 mt), il monte Pollino, (2248 mt), Serra del Prete, (2181 mt), Serra del Ciavole, (2127 mt) e Serra di Crispo, (2053 mt)
Il favoloso Parco del Pollino, grazie alle sue preziose ricchezze e bellezze che gelosamente custodisce è oggi considerato l’area protetta più estesa d’Italia. Numerose le definizioni attribuite al Parco del Pollino: Parco di carta, parco-accademia, parco-fantasma, parco-telenovela, parco di Penelope, parco filosofale. Tutti questi appellativi sono il frutto di numerosi dibattiti, studi, progetti e piani che dovevano valorizzare il Parco ma che nel tempo sono sfumati. Il 1958 non è solo l’anno in cui è stato pubblicato per la prima volta un tomo dal titolo ‘Precedenti storici per la valorizzazione scientifica e turistica del Pollino’ a cura di A. Miglio, ma segna anche il calcio d’inizio per esaltare i valori naturalsitici e culturali del Pollino. Nel mese di giugno dello stesso anno viene presentato alla Camera dei Deputati un ”Progetto di Legge per la valorizzazione del Pollino” e nel mese di agosto sempre del 1958 viene celebrata a Piano di Ruggio la VII Festa Nazionale della Montagna. Il Parco regionale del Pollino è stato istituito con L.R. n. 3/1986. Lo Stato italiano ha trattato il caso a sbalzi e l’istituzione del Parco nazionale arriva con l’art. 18 della Legge finanziaria n. 67 del 1988. Solo due anni dopo e precisamente nel 1990 grazie a un decreto ministeriale viene stabilita la perimetrazione provvisoria e definite le misure di salvaguardia. Una storia incredibile che ricorda quasi quella del brutto anatroccolo che diventa cigno solo nel 1993 con l’istituzione dell’Ente e nel 1994 con la formazione degli organi di gestione.
Paleontologia
Nel Parco del Pollino sono presenti numerosi e interessanti sono i fossili. Tra questi spiccano le Rudiste che sono dei molluschi marini vissuti 60 milioni di anni fa, mentre nella valle del Mercure è stato trovato lo scheletro di un elefante (elephas antiquus italicus).
Molti sono i fiumi presenti nel parco
Molti sono i fiumi presenti nel parco, gole profonde e ampie vallate ne caratterizzano il suo territorio per un panorama mozzafiato, dove si possono anche fare attivita sportive come il rafting. I principali corsi d’acqua che attraversano il Parco Nazionale del Pollino, sono come seguono: Sinni (97 km), Lao (64 km), Coscile (49 km), Esaro (44 km), Sarmento (36 km), Abatemarco (20 km)
Il Parco del Pollino è inoltre molto conosciuto per le sue erbe officinali
Il Parco del Pollino è inoltre molto conosciuto per le sue erbe officinali vista la qualità del suo territorio e la ricca presenza di esse che da sempre l’uomo ha usato per curarsi, il suo territorio ancora oggi costituisce un sistema ecologico ancora invariato e crea una situazione ideale per far crescere queste piante medicinali in modo prosperoso al suo interno.